Fiabe NON favole

(EN Fairy Tales NOT Fables by Fabio Bellicini)

Le parole fiaba e favola vengono spesso usate come sinonimi ma non lo sono.
Non ho niente contro le favole, ma non ho nemmeno niente da dire.

Le favole insegnano rettitudine e virtù.
Un pastorello aveva l’abitudine di gridare per scherzo “al lupo al lupo”.
Quando il lupo arrivò davvero, il pastorello cercò di chiamare aiuto, ma invano, per quanto urlasse nessuno gli diede retta. E il lupo se lo mangiò.
Morale: chi mente sempre quando dice la verità non vien creduto.

Usano descrivere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, con animali che si comportano da umani.
La cicala non fece altro che cantare durante l’estate, mentre la formica si dava da fare per portar cibo nella sua tana.
Quando venne l'inverno e nei campi non ci fu più nulla, la cicala affamata andò a chiedere aiuto alla formica.
Quella le disse: “Ho tante provviste perché ho lavorato tutta l’estate. Tu cosa facevi a quel tempo?”
“Cantavo”
“Allora adesso balla”
Le favole appartengono alla Ragione.
Ciò che dicono ha uno scopo, chiaro e ben comprensibile. Non ho altro da dire.


Le fiabe raccontano di principi, principesse, streghe, incantesimi.

Accadono chissà dove e chissà quando. 

C'è chi si arrabbia, vede antifemminismo nelle principesse che si sposano, crudeltà verso gli animali nei lupi scuoiati, retaggi d'ignoranza verso povere vecchie considerate streghe. 
Ma non è così.

Le fiabe NON appartengono alla Ragione.

Il semplice comune buon senso in loro non c’è.

In questo blog parlo solo di fiabe, fiabe classiche.



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Marilena.